Quando si è in cammino, è normale (penso) avere delle piccole ma significative intuizioni. A me ultimamente capita spesso, mi ritrovo a riflettere su determinate situazioni senza trovare una soluzione e poi, tac, mi arriva il ‘colpo di genio’. Così, dopo aver deciso di voler rallentare il ritmo della vita per assaporare come più mi piace la vita stessa, cominciai innanzitutto a limitare le spese superflue, poi decisi anche di liberarmi di tutto quello che era di troppo e che non mi serviva più.
Iniziai con il riordinare il guardaroba tra vestiti e accessori vari e guardando l’armadio pensai, da dove inizio? Il lavoro in realtà fu facilissimo; selezionai quello che tenevo come ricordo, quello che mi andava ancora bene ma non era più adatto alla mia età (almeno secondo me), quello che non mi piaceva più ma lo tenevo lì perché “non si sa mai, un giorno magari tornerà a piacermi” e lo misi da parte. Per me, che ho sempre tenuto tutto perché legata non tanto all’oggetto stesso, ma al ricordo che quell’oggetto mi donava, all’inizio non dico che sia stato difficile, ma un po’ strano sì. Però una volta iniziato questo “gioco” cominciai a prenderci gusto, e più mi liberavo delle cose che non utilizzavo più e che occupavano solo spazio per niente, più mi sentivo libera e leggera.
Feci diverse borse tra vestiti, cinture, sciarpe, scarpe e regalai tutto a chi ne aveva bisogno. La cosa strana e un po’ inquietante al tempo stesso fu che, quando guardai l’armadio notai che era ancora bello pieno! Ma come, con tutto quello che avevo tolto??? Non ci rendiamo davvero conto di quanto materiale inutile abbiamo nelle nostre case e nelle nostre vite finchè non decidiamo di fare un po’ di pulizia! Ora che sta arrivando la primavera desidero ripetere questo lavoro per me liberatorio anche dal punto di vista mentale, così da cercare di tenere l’indispensabile e non ricadere nella trappola degli acquisti compulsivi.
Anche prima, al giretto a negozi e centri commerciali avevo sempre preferito una passeggiata, un giro in bicicletta o la visita di una città. Però devo ammettere che anch’io nei momenti di sconforto andavo a comprarmi una nuova maglia o una nuova borsa, insomma un qualcosa che potesse riempire quel momento un po’ giù di tono. Ma una volta deciso di voltare le spalle a questa società consumista e di non riempire con oggetti dei vuoti interiori, ma piuttosto superare quei momenti di sconforto con pensieri positivi, mi sono sentita una persona rinata, più forte e più sicura. Non vado più a comprarmi le soddisfazioni effimere, me le voglio creare le soddisfazioni, quelle vere però, e sicuramente più durature!
Ho scoperto che questo modo di fare, cioè di eliminare il superfluo, ha un nome nella lingua inglese: decluttering, ossia la pratica di liberarsi di oggetti vecchi o inutilizzati. Quindi ora posso aggiungere questa nuova parola che mi rappresenta pienamente, perché è una pratica estremamente liberatoria e a mio avviso anche “purificatrice”. Riesce a risanare mente, spirito e il proprio spazio vitale!
Perciò, benvenuta Primavera! Che le pulizie di routine abbiano inizio 🙂
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